TESTI
Il linguaggio del futuro si nutre di utopie
Negli anni passati, per un lungo periodo di tempo la parola “futuro” è stata poco utilizzata, quasi dimenticata, perchè il presente era stabile e soddisfacente, non si avvertiva la necessità di proiettarsi troppo in avanti per prevedere qualcosa di diverso, bastava godersi il momento e cercare di prolungarlo il più possibile. Oggi lo scenario è cambiato e la parola “futuro” torna ad essere massicciamente presente in tutte le forme di comunicazione; articoli, libri, trasmissioni, marketing di prodotti e servizi, convegni. Ma analizzando il linguaggio che viene utilizzato per dipingere il futuro, sorge spontaneo qualche dubbio sul significato di questa riabilitazione. Poiché viviamo in un tempo in cui le parole sono spesso disconnesse dai loro reali significati, siamo veramente consapevoli di cosa voglia dire pensare il futuro e di come se ne debba parlare?
L’epoca della tristezza
Viviamo da tempo una realtà fatta di passioni tristi, di insicurezza e incertezza che si trasformano in tristezza. Una tristezza per molti insopportabile che genera sofferenza, malessere psichico, angoscia e incapacità di ritrovare (la luce) la speranza.
Con Elon Musk ha vinto la tecnocrazia
Una riflessione critica sulle elezioni americane che hanno evidenziato il ruolo della tecnocrazia nel disegnare e controllare gli scenari futuri del mondo. Con effetti collaterali tutti da scoprire, analizzare e valutare. La riflessione critica è necessaria perché la rivoluzione tecnocratica in atto non è stata compresa nella sua radicalità, potenza e profondità.
Imparando dalle piante
“Il mondo vegetale, descritto da Stefano Mancuso come una rete decentralizzata e collaborativa, si rivela essere un modello perfetto per i team Agile. In un progetto software, infatti, non c’è un’unica entità che prende tutte le decisioni: ogni membro del team, dal Product Owner agli sviluppatori, contribuisce attivamente, in una sorta di intelligenza collettiva.”
Dove è finita la nobile disciplina della psicologia?
Che senso ha dire "la tecnologia è un acceleratore di probabilità, che ci può aiutare ma non guidare"?
Dall’invidia al momento presente: filosofia e intelligenza emotiva sul lavoro
La vita, con tutte le sue imperfezioni, è una continua ricerca di significato. E in questo viaggio, anche un’emozione come l’invidia o una tempesta inaspettata possono guidarci verso una maggiore consapevolezza e una serenità più profonda.
Serve una riflessione critica sulla tecnologia e i suoi effetti
La critica è necessaria. Serve a mettere in discussione i modelli correnti proponendo nuovi approcci basati sulla lentezza, sulla maggiore attenzione agli strumenti che usiamo, sulla relazione e non sulla connessione, sull’esperienza incarnata. Bisogna riconoscere che dispositivi, piattaforme, robot, algoritmi ci stanno rendendo meno umani, simili a macchine, che la tecnologia ha impatti sull’umanità intera incidendo sui nostri sensi e pensieri, sulle decisioni e i giudizi, sull’attenzione, sui desideri, sul nostro essere cittadini, sulle nostre relazioni, su come ci informiamo e rimaniamo informati, persino sulla comprensione della realtà, di cosa significhi essere umani, di chi siamo e cosa dovremmo fare per costruire i nostri possibili futuri.
La rete “che il giovane con un balzo scavalca”
Nella società odierna “ognuno ha il suo fardello” da portare, ognuno ha il suo peso da sostenere, ma bisogna imparare ad ascoltare...
LA CARNE, racconto di Virgilio Piñera
"Successe con una gran facilità, senza alcuna pretestuosa stravaganza. Per motivi che non è il caso di acclarare, la popolazione soffriva di mancanza di carne. Erano tutti in subbuglio e si fecero commenti più o meno amari, fino ad abbozzare certi propositi di vendetta. Però, come sempre accade, le proteste rimasero mere minacce, e subito si poté vedere quel popolo afflitto ingurgitare i più disparati vegetali. Solo che il signor Ansaldo non seguì l’ordine generale. Con grande tranquillità si mise ad affilare un enorme coltello da cucina, quindi, calatosi i pantaloni all’altezza delle ginocchia, tagliò dalla sua chiappa sinistra un sontuoso filetto. Dopo averlo sciacquato, lo marinò con sale e aceto, lo scottò – come suole dirsi – sulla griglia, per friggerlo infine nella grande padella delle tortillas della domenica."
Riflessioni filosofiche sul futuro e su come immaginarlo
Una riflessione filosofica sul futuro come esercizio complesso nell'uso della capacità umana di immaginazione, condizionata da stereotipi basati sulla linea temporale passato-presente e dallo scetticismo sulla possibilità di fare previsioni sensate.
Il mito della culla
Una libera trasposizione del mito della caverna di Platone
Dio denaro, unica “divinità” venerata oggi sulla terra
Le parole magiche che accompagnano questo “miracolo” si chiamano “Progresso, Crescita e Sviluppo”: peccato (veramente un peccato!) che qualcuno resti ai margini di questa triade (o Trinità): i circa 6 miliardi di poveri sparsi in ogni angolo del mondo.
Il filosofo non deve limitarsi a scuotere la testa
Una intervista con il filosofo Giuseppe Goisis che richiama il filosofo a non limitarsi a scuotere la testa e gli Accademici. a fare un po’ di silenzio nelle loro aule, per lasciare entrare la vita.
La vita è sempre degna di essere difesa, rispettata, preservata
La vita potrebbe essere molto diversa da quella che stiamo vivendo, potrebbe essere semplice apparenza, una finzione, un simulacro di vita, una parodia di sè stessa. Ciononostante La vita è sempre degna di essere difesa, rispettata, preservata
Educazione Estetica: il potere generativo del sentire contro le derive della tecnologia
La Bellezza dell’essere folle sta nella sua assoluta libertà, di esistere a modo suo, di dire, di fare, di riscrivere o trasgredire le regole impunemente, di sputare in faccia le più crude verità, perché ad un folle puro si perdona tutto. Infatti, quando un criminale degno di condanna lo si dichiara impropriamente folle, si parla di lucida Follia: quale migliore ossimoro! Un contributo di riflessione di Annarosa Antonello.
Notte di Natale 1967
...Dal campanile della chiesa arrivava una musica evocativa del periodo. Fuori piovigginava fastidiosamente.
Cosa conviene a noi umani?
Per essere umani, per conoscere noi stessi, non abbiamo bisogno di paragonarci a macchine digitali. Non ci serve cercare forme di rispecchiamento in genelli digitali. Meglio dedicare maggior tempo e attenzione a cercare più profondità e ampiezza il nostro essere umani, una speicifictà irriducibile e irraggiungibile dalla macchina.
Architetture civili
L'informatica può essere osservata da un lato come strumento di sovranità e di dominio, dall'altro come insieme di strumenti nelle mani dei cittadini, al servizio della libertà civile. Da un punto di vista politico, le architetture civili sono frutto del senso di responsabilità personale e sociale di progettisti che si considerano prima che tecnici, cittadini appartenenti ad una comunità, eredi di una storia, viventi in una cultura. Dalla posizione del cittadino, il progettista sviluppa strumenti per la cittadinanza attiva e per la partecipazione.
ChatGPT e i modi di fare un libro
Sullo scrivere libri e sull'essere autore/autrice di libri
Carta o schermo pari (non) sono?
In un contesto dominato dalla tecnologia digitale e dalle nuove conoscenze delle neuroscienze e della psicologia cognitiva, interrogarsi sul ruolo della lettura nello sviluppo del nostro cervello e nell’apprendimento può essere un viaggio utile e pieno di sorprese. Immersi dentro il surplus informativo della nostra epoca tecnologica e digitale, il rischio è di vedere messa in crisi l’emergenza della conoscenza e l’apprendimento, ma soprattutto la capacità della lettura profonda.