In viaggio alla ricerca di autenticità

Alcuni giorni di trekking nel deserto del Sahara mi hanno messo a confronto con realtà umane lontane anni luce dalle nostre. Ne è nata una breve riflessione sull’autenticità. Su quanto essa sia vissuta e raccontata nella nostra era tecnologica nella quale prevale l’individualismo a scapito dei vincoli collettivi. Vincoli, legami, esperienze ben presenti in realtà dove non manca lo smartphone ma prevalgono ruoli sociali riconosciuti, sincerità, norme condivise e sentimenti di comunità.

A proposito di caverne e centri commerciali...da Platone alla Cina

Chi crede che la realtà non sia prevedibile è destinato a doversi ricredere. A volte si tratta di profezie che si auto-avverano e quando questo succede non si è quasi mai completamente felici. Un esempio che merita di essere raccontato è quello del nuovo centro commerciale e luogo di vita (città-Mondo) realizzato in Cina. il New Century Global Center di Schengdu. Anticipato da Josè Saramago, nei suoi potenziali effetti sulle persone e sulle cose, nel suo libro 'A Caverna', scritto nel lontano anno 2000 e da Ballard nel suo libro 'Kingdom Come'.

Great resignation, big quit o rassegnazione?

Rinunciare al lavoro, prendersi una pausa è come tirare il freno a mano di emergenza, è sintomatico di qualcosa di importante che va oltre il gesto in sé, anche per la sua valenza globale. Non comunica soltanto la scelta di nuovi stili di vita o di lentezza (che barba la filosofia della lentezza) ma anche una reazione, in particolare nelle nuove generazioni, decelerezionista e antagonista. Non riguarda solo il lavoro ma una percezione diffusa di vivere tempi di crisi nelle quali il futuro fa paura, si diffonde il disincanto e aumenta la rassegnazione determinata dalla percezione di non potere fare nulla per cambiare, perché in realtà, in particolare in Italia, nulla mai cambia.