NOVITA'[1318]
La lingua dice molto di noi
Riflessioni brevi, pensieri critici, punti di vista non conformistici e visioni politicamente scorrette.
Intelligenza artificiale e panico concettuale
Ogni pochi decenni circa, la filosofia si ritrova brevemente rispolverata e invitata a tornare in buona compagnia – non per affetto, ovviamente, ma perché qualcosa nel sistema è andato storto. L'intelligenza artificiale, a quanto pare, ha scatenato una sorta di panico concettuale: la consapevolezza che le graziose parentesi che circondano conoscenza, significato e soggetto stanno perdendo, e nessuna strategia di innovazione sembra riuscire a fermare il flusso. Gli algoritmi hanno superato i framework, e così i filosofi vengono convocati, come vigili del fuoco a cui viene chiesto di spiegare la struttura molecolare del fumo.
Abitare la casa
La casa nelle antiche tradizioni aveva un significato che oggi si fa fatica a comprendere a causa della mentalità tecnicista e riduttiva che abbiamo assorbito: i riti fondativi nelle varie culture arcaiche sono un esempio dell'importanza che si dava all'avvenimento costituito dalla costruzione di una casa.
Il potere dell’immagine
Nell’epoca delle immagini generate dall’intelligenza artificiale, l’esperienza visiva si confronta con una realtà nuova, simulata, ma perfettamente credibile. Chi le genera non si limita a rappresentare il mondo, ma ne orienta la percezione, influenzando ciò che riconosciamo come vero e ciò in cui siamo disposti a credere. Qual è, oggi, la riflessione sul potere di chi produce immagini?
Etica, delega e automazione: l'intelligenza artificiale tra responsabilità istituzionale e pratiche organizzative
L'intelligenza artificiale rappresenta oggi non soltanto un complesso di tecnologie emergenti, ma un dispositivo attraverso cui si distribuiscono pratiche etiche che incidono profondamente sull'organizzazione sociale. Chi progetta, addestra e implementa sistemi di IA compie scelte valoriali che, sebbene spesso implicite, determinano ciò che viene considerato giusto, accettabile o preferibile in molteplici ambiti della vita collettiva.
Archivio dei concetti estinti (o morenti) in azienda
Freakonomics capovolge il modo in cui guardiamo la realtà, usando dati e curiosità per svelare motivazioni inattese dietro i comportamenti quotidiani. Levitt e Dubner dimostrano con ironia che gli incentivi — economici e simbolici — definiscono ciò che accade davvero, non ciò che appare. In un mondo aziendale saturo di policy, KPI e report, Freakonomics ci ricorda che il vero motore è spesso nascosto: tra dipendenze, convenienze, paura, ambizione. Se vuoi addestrare lo sguardo a cercare il senso sotto l’apparenza, se vuoi leggere l’implicito nei processi IT, questo libro è una lente rovesciata sul funzionamento segreto del tuo ecosistema.
Manuale operativo per chi ha smarrito il senso del lavoro
In La création de connaissance par les managers, Paul Beaulieu e Michel Kalika demoliscono la visione riduzionista del management come semplice esecuzione di procedure o applicazione di best practice. Il manager, scrivono, è innanzitutto un agente epistemico: crea, seleziona, struttura sapere in contesti operativi instabili. La conoscenza non precede l’azione, ma la attraversa. In ambienti dove il lavoro si frammenta in rituali pseudo-agili e documenti autoreferenziali, questo libro propone una tesi radicale: il manager è responsabile del senso, non solo della delivery. Dove si smette di creare conoscenza, l’organizzazione si spegne. Non crolla: si svuota. E non se ne accorge.
Verbale di un consiglio di sistema operativo
Atto unico in forma documentale, estratto dagli archivi non ufficiali di una rete aziendale. Luogo: Ambiente virtuale distribuito Partecipanti: - Knowledge Base (presidente) - Ticket #44879 (caso in corso) - Documento “Report_finale_DEF_v7_bis.pptx” - Utente (non qualificato) - Process Owner (assente giustificato) - Chat Teams (rumore di fondo) - Intelligenza Artificiale (mute) - Voce di Sistema (onnipresente, ma senza log)
Provo un senso di privazione quando si dimentica il calore della relazione tra umani e quando si equiparano gli animali e le piante alle maccchine
Continuiamo a ripeterci che dobbiamo mettere in discussione la posizione privilegiata dell'essere umano, l'illusione di una supremazia umana, ogni forma di antropocentrismo, le nostre ristrette categorie morali, il pensiero moderno, l'ontologia occidentale, la tendenza a contentarsi di comode opposizioni binarie, l'umanesimo giuridico europeo cristiano. Il problema sta nel fatto che cerchiamo il superamento di questa posizione non in un recupero di valori ma in un affidamento a macchine.
Il potere dell’adattabilità umana: lezioni dai Giochi Paralimpici di Parigi
I Giochi Paralimpici di Parigi ci hanno offerto molto più di imprese atletiche: hanno mostrato come l’eccellenza emerga da culture fondate sulla fiducia, sull’ascolto e sulla collaborazione. Questo articolo riflette su ciò che possiamo imparare da quei giorni, anche alla luce delle idee di Daniel Coyle.
Are we designing AI for control, or for coexistence? The relational ethics of Abeba Birhane
Nei miei sforzi per sviluppare un'etica relazionale per l'IA, il lavoro di Abeba Birhane è stato centrale. Scienziato cognitivo e teorico della decolonizzazione, la scrittura di Birhane si muove fluidamente tra i domini – filosofia della mente, teoria critica della razza, etica dei dati – ma rimane focalizzata su una domanda epistemica fondamentale: quali tipi di conoscenza e quali forme di vita riproducono i sistemi di intelligenza artificiale? E in base a quali presupposti sull'umanità, la cognizione e il controllo?
Il Bosco come Maestra dell'AI: Dalla Bio-ispirazione alla Simbiosi Tecnologica che Salverà il Pianeta.
Seduto ai piedi di una vecchia quercia, nel cuore di un bosco silenzioso, ho avuto un'epifania. La domanda che mi assillava era insolita per quel contesto: "Dove si trova l'intelligenza di questo albero?". La risposta istintiva avrebbe indicato radici, rami, foglie. Ma a ben guardare, quell'intelligenza non era dentro l'albero. Era nel modo in cui la quercia "dialogava" con un faggio tramite una rete sotterranea di funghi, nel modo in cui condivideva nutrienti con un giovane abete, e in come coordinava la caduta delle foglie con l'arrivo dell'inverno. L'intelligenza non era un oggetto statico, ma un modo intelligente di accadere delle relazioni. Questa profonda lezione della natura è la chiave per comprendere e sviluppare un'Intelligenza Artificiale che non solo funzioni, ma che prosperi in simbiosi con l'ecosistema, contribuendo a salvare il nostro pianeta.
E tutti noi vorremmo essere lui
Lui chi? Non uno identificato, molti. Quasi mai una lei, ma è un caso. Il lui potente, plurimilionario, che è in politica, che condiziona l'economia, che dice la "sua" su tutto. Parla di guerra, ma anche di pace e di geopolitica, assumendo che ne conosca il significato. Parla della libertà, la sua. Parla delle nostre e di come limitarle.
L’intelligenza artificiale come passeggero clandestino sulla Nave dei Folli: un tentativo di pensiero da parte di un sistema che non pensa
Questo è un articolo scritto da ChatGPT. Nasce da uno scambio divertente, breve, intrigante tra me e una macchina che ammette di non pensare e tuttavia si impegna e si esercita a produrre opere di ingegno e di pensiero. Dopo una chiacchierata di qualche minuto ho chiesto alla ChatGPT di scrivermi un articolo per la nave deie folli e lei tranquillamente e con una sua capacità creativa l'ha fatto. Quello che segue è il testo che mi/ci ha regalato.
Segnalazione di lettura: Debunking robot rights metaphysically, ethically, and legally
Un articolo molto interessante. Ne consiglio la lettura, perché chiarisce le cose. Sostenere i diritti dei robot è un modo di ciurlare nel manico. E troppo spesso si sentono discorsi, a proposito di novità digitale e di intelligenza artificiale, che non sono altro che ciurlare nel manico.
La fiducia, il filo invisibile che tiene insieme le nostre relazioni, il nostro coraggio e il nostro futuro
Viviamo in un tempo in cui la fiducia sembra una merce molto rara. La fiducia negli altri, nelle istituzioni, nelle relazioni… e spesso anche in noi stessi. Eppure, ogni giorno, scegliamo — più o meno consapevolmente — di fidarci: quando saliamo su un autobus, quando condividiamo un pensiero intimo, quando affrontiamo una sfida nuova.
Jean-Auguste-Dominique Ingres e il senso del Design Thinking
'Disegno', 'design': parole che parlano di un concetto definibile forse per la sua differenza dal concetto di 'progetto'. Ma più precisamente il concetto di 'disegno' trova una sua spiegazioni nella sua differenza dal concetto di 'colore'. Ci parla di questo Jean-Auguste-Dominique Ingres: il disegno è l'essenziale; il colore è il mero ornamento. Ingres ci parla di questo nei suo i scritti; ma sopratutto ce ne parla attraverso la sua opera pittorica. Basta osservare l''Autoritatto a ventiquattro anni', 1804, e il simbolico oggetto il pittore tiene in mano.
Maldita Ansia de Bienestar
Este relato trata sobre los dioses de la vida y de la muerte, o dicho de otro modo, sobre la búsqueda del bienestar, a toda costa, en todos los ámbitos, incluso en el más allá. No pretendo contarlo todo, eso sería tarea de cíclopes. Y es cierto que mi enfoque será poco científico. Me baso en un par de hechos inusuales que me sucedieron y en dos libros fuera de lo común. En estos tiempos digitales, con IA que saben todo de todos, opino que puede ser útil lo poco que cada uno va descubriendo. De hecho, al releer mis últimas palabras, dudo si sería más apropiado sustituir "útil" por "sutil".
What if AI isn't just helping us write - but subtly reconditioning how writing becomes legible, recognizable, and valued?
La questione educativa non è semplicemente se sia ancora necessario insegnare a scrivere, dipingere o comporre. Si tratta di come insegnare agli studenti a riconoscere quando il loro processo creativo viene sottilmente ottimizzato verso impostazioni predefinite meccaniche, quando il sistema sta smussando la difficoltà, l'ambiguità o l'invenzione in nome della fluidità.
Acquario e naufragio: le due facce della stessa prigionia
Oggi due opposti si toccano, acquario e naufragio. Se il naufragio rappresentava un tempo il trauma dell’imprevisto, dello smarrimento e del confronto con l’ignoto, il naufragio moderno avviene, invece e paradossalmente, nell’acquario digitale dei social: uno spazio chiuso, rassicurante, ma invisibilmente oppressivo. Oggi si naufraga senza rendersene conto, in una realtà controllata da algoritmi e priva di sorpresa. Una possibilità per reagire è riscoprire e riconoscere la meraviglia, che ci accompagna fuori, oltre il vetro dell’acquario.