Il computer di Anarres

Come si coordina una rivoluzione senza tradirla? Gli anarchici di Anarres, nel romanzo di Ursula K. Le Guin, devono affrontare questa aporia ogni giorno. Dispongono di computer centralizzati ad Abbenay che gestiscono "l'amministrazione delle cose, la divisione del lavoro e la distribuzione dei beni". Sanno però che ogni centralizzazione costituisce una minaccia. La loro soluzione? Una vigilanza permanente accompagnata da principi di progettazione che possiamo definire "architetture della libertà".

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: L’illusione della concentrazione nel mondo digitale

L’attenzione costantemente regalata a un display e alle intermittenti ma persistenti interazioni tecnologiche ha reso impossibile l’arte della concentrazione. Non è un caso che anche Hollywood e la televisione stiano realizzando telenovele brevi, da 10-15 minuti. Un tempo ritenuto ormai associato al massimo di attenzione possibile che l’utente, modificato cognitivamente dalla frequentazione di YouTube è disposto a concedere. Anche per contenuti di qualità!

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Alcune considerazioni finali

Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. La singolarità del futuro che arriverà potrà anche essere molto tecnologica ma per essere una nuova fase di evoluzione del genere umano dovrà far prevalere la sua dimensione e caratteristica umana.

Vogliamo pensare. O l'Intelligenza Artificiale come pedagogia delle masse

Non rinunciare a pensare - a pensare avendo sotto gli occhi il presente, ma senza frontiere. Reagire all'invito oggi così pressante che ci impone uno spazio angusto: limitare il pensiero dell'umano alla situazione in cui accanto a un umano sta la macchina. Questo non è pensare all'umano, è pensare alla relazione umano-macchina. Se pensiamo così, liberamente, possiamo osservare una archeologia, una genealogia. Possiamo vedere come la cultura digitale si fonda su un travisamento o un abuso della cultura giovanile degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. Da quella cultura emerse un pensiero antiautoritario, che ora è paradossalmente riciclato come legittimazione dell'autorità della macchina. La macchina sostituisce genitori assenti. Solo con un pensiero che viene prima della macchina e che va oltre la macchina e che prescinde dalla macchina si va oltre il pensiero che oggi domina.

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Addestramento alla gentilezza

Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. Riflettere criticamente è un esercizio praticato per continuare a essere umani, capaci di prefigurare futuri possibili, di immaginarli e di pensarli come realizzabili. Riflettere in autonomia e libertà è il primo passo per riuscire a farlo liberandosi dalle catene del pensiero dominante. Oggi determinato prepotentemente da realtà tecnologiche fatte di codice software, applicazioni, algoritmi e strumenti/piattaforme mediali.

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Scegliere è difficile

Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. La facilità del fare una scelta, unita alla rapidità del processo decisionale, non è esclusiva dei social network ma anche dell’iper-consumismo che caratterizza la società post-moderna e massificata attuale, frutto della rivoluzione industriale e del progresso tecnologico che ne è seguito, ma anche dell’evoluzione del marketing e della incidenza dei media tecnologici nel condizionare comportamenti umani e stili di vita. Scegliere però non è facile, anzi è in qualche modo sempre difficile, soprattutto perché e quando bisogna fare la scelta giusta. Se non si sceglie, si rimane nel limbo delle possibilità, si accettano le scelte degli altri o si compiono scelte inconsce.

Siamo Davvero Liberi di Non Scegliere?

La Grande Illusione: Quando l’Indifferenza Cede il Passo al Controllo La sveglia suona alle 6:30. Occhi ancora chiusi, allunghi la mano verso lo smartphone. Un gesto automatico, quasi inconsapevole. Non sai che in quel preciso momento, un algoritmo ha già analizzato il tuo sonno, previsto il tuo umore e selezionato le notizie che leggerai durante la colazione. Non ci pensi, non ti interessa. È solo tecnologia che funziona, giusto?

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Le domande da porsi

Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. Il porsi delle domande è un atto creativo e di libertà. Esprime la ricerca di indipendenza del pensiero, apertura mentale, curiosità e disponibilità a confrontarsi con coraggio con la realtà, oggi sempre più incerta, complessa e sull’orlo di catastrofi (pre)annunciate. Riflettere, porsi delle domande, farsi venire delle idee è il percorso da compiere per rimanere umani ma anche per coltivare consapevolezza e responsabilità.

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Poteri forti e monopolistici

Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. Viviamo un’epoca dominata dalla pubblicità, da politiche corrotte condotte come se fossero campagne pubblicitarie. Agenzie di pubblicità, Grandi Marche, Grande Distribuzione, privati, aziende tecnologiche e dell’intrattenimento hanno trasformato la realtà in un grande centro commerciale in costante e aggressiva espansione, in una Las Vegas universale nella quale nulla è più vero, anzi tutto è molto falso. La cosa bizzarra è che la gente sembri contenta di tutto ciò e partecipi complice alla sua narrazione, affermazione e autorealizzazione.

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Il potere degli algoritmi

Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. Chi si affida alla fredda logica codificatrice e computazionale dell’algoritmo e ai dati che produce, rinuncia ai desideri, alle sorprese, alle aspettative, alle volontà, all’apprendimento, alle proprie conoscenze e alla razionalità.

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Interrogarsi sulla solitudine

Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. Siamo sempre più online, soli. Separati mentre siamo sempre circondati da altre persone, ma dagli spazi pubblici e popolosi virtuali non riusciamo a trarre le risposte ai bisogni reali che guidano le nostre azioni, forse perché vi accediamo con applicazioni personalizzate e private che tendono a privilegiare le interazioni dirette, rapide, orizzontali e basate su semplici logiche consumistiche di mercato.

Praticare il dubbio e la libertà di scelta

Il contesto in cui esercitare il dubbio e la nostra libertà di scelta è sempre più quello virtuale. In esso abbiamo trasferito armi e bagagli, menti e azioni, le nostre intere esistenze, creando dei nostri doppioni nella forma di account o profili digitali. Questo contesto è formato da innumerevoli mondi artificiali, tutti vissuti come reali, tutti governati da algoritmi potenti che ne determinano funzioni e prestazioni, routine e comportamenti, scelte e decisioni. Dentro scenografie e sceneggiature ispirate dalla fisica sociale le scelte sono diventate binarie, agiscono su semplici interruttori che ci vengono proposti come strumenti potenti per l’esercizio della nostra libertà, ma che in realtà ci tolgono autonomia, ci impediscono di apportare modifiche al contesto nel quale esse sono rese possibili. E' necessario recuperare la capacità di pensare criticamente. Lo si può fare praticando il dubbio e la libertà di scelta. Meglio se basata sulla conoscenza, la (tecno)consapevolezza e la responsabilità. (𝗜𝗹 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗼 è 𝘂𝗻 𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝘂𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗼 𝗡𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 - 𝗣𝗿𝗮𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗶𝘀𝘁𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗮𝗹 𝗠𝗲𝘁𝗮𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼).

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Attraversare la cornice del display

Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. Anche se è diventata pratica comune usare il display del proprio dispositivo come uno specchio, anche interiore, guardarvi attraverso come se fosse una finestra è sempre possibile, anche se chi è innamorato dei selfie evita volutamente di farlo. Uno sguardo diverso, rigenerato, può cambiare tutto. Può distrarre dalla irrealtà delle immagini dei display, rifocalizzare l’attenzione, spostare la concentrazione su qualcosa di diverso, favorire una migliore cura di sé stessi, modificare la percezione di Sé e del proprio immaginario, dell’ambiente, del tempo, delle prospettive future e delle certezze.

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Gatti, asini e canarini, voliere, acquari e gabbie di vetro

Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. Chi sta fermo, immobile e compiaciuto dei tanti benefici e vantaggi offerti dalla tecnologia, rischia di rimanere asino, nel senso negativo del termine. Chi si muove, rivendicando spazi di libertà, è l’asino simbolo di ambiguità, ma anche di fluidità, apertura al cambiamento e alla complessità. Chi dentro una voliera, una gabbia di vetro o un acquario limita i propri movimenti, rivolgendo sguardi e attenzione ai molteplici diversivi creati appositamente per tenerli chiusi in gabbia, rischia di rimanerci a lungo. Chi al contrario deciderà di interrogarsi sul significato della propria esistenza e su quanto ha barattato in cambio di un banale panem et circenses, riuscirà a prendere il volo, seppure nella forma temporanea e pericolosa di un novello Icaro dalle ali di cera.

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Alimentare il dubbio

Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. Un modo per iniziare a riflettere è alimentare il senso del limite, non cedere alle proprie certezze, accettare l’ambiguità e le possibilità tra loro incompatibili, lasciarsi guidare dalla bussola della curiosità, leggere e informarsi, porsi delle domande, pretendere delle risposte, consultare e nutrire il dubbio, non lasciandosi spaventare da quello che dubitare comporta.

Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Gli strumenti che servono

Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. Gli strumenti che servono non sono tecnologici ma umani. Non sono soluzioni software o protesi hardware, e neppure intelligenze artificiali ma capacità e abilità umane, forse a rischio o poco usate nella realtà attuale ma sempre a disposizione, per essere esercitate, riattivate e applicate.

Cosa potremmo intendere oggi per giustizia

E' difficile rinunciare all'idea di una certezza del diritto proprio come è difficile non affidarsi alla macchina digitale 'intelligente'. Ma propio nell'accettazione di questa difficoltà sta lo spazio di una possibile giustizia, oggi. Seguendo Amartya Sen, possiamo dire: invece di accanirci a stabilire cos’è la giustizia ‘in principio’, facciamo il possibile, qui ed ora, anche magari per tentativi e errori, accettando l’imperfezione, facciamo il possibile per invertire il circolo vizioso della povertà e dell’ingiustizia.

Aderisco all’Osservatorio Autoritarismo

Ognuno percepisce e vive i tempi correnti a suo modo. Io li vivo con la preoccupazione che un mondo di libertà e democrazia, della durata limitata ma significativa per il benessere di molti, sia oggi messo in pericolo da fenomeni e da crisi di cui molti percepiscono la pericolosità senza comprenderne fino in fondo le conseguenze e gli effetti. La crisi è quella occidentale, ma interessa tutto il mondo. È una crisi che è il risultato di un declino demografico, morale, politico ed economico delle società occidentali.

Giustizia, libertà, democrazia

'The Idea of Justice', E' un libro importante da molti punti di vista: etica ed economia, globalizzazione, rapporti tra ricchi e poveri, il potere come sopraffazione e il potere come protezione dei deboli. La democrazia non è garantita dai sistemi elettorali, sempre imperfetti, e risiede, invece, nella discussione in pubblico. Più che la forma elegante e raffinata delle regole, conta ciò che praticamente si può fare qui ed ora. Più che i diritti, contano le libertà. Alla base dell’agire economico non c’è solo l’utilitarismo. C’è anche, per ognuno di noi, la solidarietà. Sen è in questo libro innanzitutto filosofo, ma non dimentica di essere un economista: ci propone così anche una acuta riflessione sulle metriche. Solo metriche diverse da quelle attualmente in uso potranno rendere visibili fonti di ricchezza oggi trascurate e non adeguatamente remunerate: il lavoro femminile, le capacità di coloro che vivono nelle periferie del mondo. Tutto discende dallo sguardo multiculturale di Sen, indiano e anglosassone, umanista e matematico, economista e filosofo, accademico e politico.

(Nr. 2) - Della libertà di errare

Errare humanum est declamavano i latini. E in questo concetto si possono intravvedere due fondamentali significati: 1) l'uomo erra in quanto uomo (è insito nella sua natura); 2) l'errore definisce l'uomo (non vi è aspetto umano senza errore).