Testi
A cosa servono i filosofi nell’era dell'intelligenza artificiale
Nell'era dominata dalla tecnologia e dalle intelligenze artificiali generative, diventa sempre più impellente interrogarsi sull'evoluzione tecnologica in atto ma soprattutto su quella umana. In molti, compresi filosofi più o meno pop, si esercitano nel fornire memi, concetti, riflessioni utili a celebrare le sorti progressive delle intelligenze artificiali e facendo finta di non vederne le implicazioni, filosofiche ma soprattutto umane. Questi e tutti i filosofi dovrebbero al contrario ritornare a quello che da sempre è il ruolo del filosofo: porsi domande, interrogarsi e contribuire a dialoghi maieutici capaci di aumentare e migliorare la conoscenza, coltivare la responsabilità, sviluppare l'umanità.
Tra intelligenza artificiale e conoscenza umana
Se “intelligenza” è la capacità mentale di comprendere, ragionare, risolvere problemi e adattarsi a nuove situazioni, spesso associata alla rapidità e flessibilità del pensiero, e “sapienza” è una qualità che denota conoscenza profonda e capacità di giudizio maturata nel tempo, non riferita solo al sapere teorico ma anche alla capacità di applicarlo in modo etico e pratico, potremmo dire che c’è di mezzo il domandare.
Borrador de un cuento
Ho chiesto aiuto ad Alexa. Mi ha detto: non sono tagliato per le cose dei bambini. Chiedi collaborazione a mia sorella gemella Aixa. E l'ho fatto.
Chatgpt: sedotti e abbandonati?
La passione per la ChatGPT non ha nulla di romantico, non è amore ma infatuazione, si manifesta in modo carnale senza effetti (piaceri) concreti, si esercita in auto-onanismi vari in attesa di soddisfazioni virtuali dentro gli spazi renderizzati del metaverso.
AI: la mancata consapevolezza favorisce posizioni ideologiche
L’Intelligenza Artificiale deve aiutare, non sostituire. Non vorrei mai arrendermi ciecamente alla visione logico formale che le macchine danno del mondo, ma prenderne spunto, ispirazione come farei col parere di qualsiasi altra persona esperta. Non vorrei mai un giudice robot, come quello sviluppato a Pudong, un distretto della città cinese di Shangai, che giudichi, ma che consigli. Il segreto è vedere l’AI come una estensione delle nostre capacità. Sarebbe da stupidi rifiutare il parere di un AI nell’identificazione dei carcinomi mammari, ma sarebbe ancora più stupido farne totale affidamento.
Superficiale pensare che umani e intelligenza artificiale siano due fazioni contendenti
Le macchine sono un mezzo, come il bastone, la pietra o il jet supersonico, per consentirci di raggiungere i nostri obiettivi. Così come un direttore d’orchestra non è irrilevante solo perché i musicisti suonano il loro rispettivo strumento meglio di quanto lui mai saprebbe fare, anche la specie umana non perderà il suo ruolo fintanto che sarà in grado di dirigere gli strumenti che ha creato. Gli esseri umani devono prepararsi a un futuro da direttori d’orchestra, senza però perdere quell’insieme di conoscenze e competenze che ci potranno consentire di rimediare velocemente qualora uno degli strumenti iniziasse a essere stonato.
Io, Io, Io, e il mondo
La nostra mente è il luogo in cui si manifestano processi emergenti di informazione semantica che alimentano e guidano le strategie cognitive [come] la capacità di utilizzare come risorse l’incertezza, il caso, i colori emotivi, e che ci permettono di vincere a scacchi in un modo meno noioso di quanto riesce a fare [una IA] (ignazio Licata)
Intelligenza artificiale e anima
Impegnarsi a ritrovare un’anima è tanto più necessario quanto più siamo ormai ibridati tecnologicamente. Tutti percepiscono di vivere un’era alla fine dei tempi, e non solo per le sue crisi ricorrenti. Il momento è cruciale, serve una trasformazione culturale profonda. Unico modo per iniziarla è tornare a investire pesantemente (“whatever it takes”) sull’umano e sulla sua complessità.
(AI) - Addio Internauti
Tutti possono oggi operare per favorire conoscenza, consapevolezza, responsabilità e cittadinanza attiva. Più le voci minoritarie faranno massa e maggiore sarà la possibilità che la pioggia diventi nuovamente cristallina, capace di rinfrescare un suolo ormai da tempo inaridito e bruciato dal sole.
La tecnologia deve essere centrata sull'uomo
"[...] stiamo entrando nello stadio ultimo della tecnologia, intesa non più come discorso sulla tecnica, ma in quanto termine che prende atto della sua facoltà di proferire verbo, proferire logos, al solo scopo però di garantire il vero. Questo potere costituisce la principale caratteristica di quella che viene definita intelligenza artificiale e che determina poi tutte le funzioni che le vengono attribuite. [...] la tecnologia riveste un potere ingiuntivo [...] l'umanità si sta rapidamente dotando di un organo che la spossessa di sè stessa, del suo diritto di decidere, con coscienza e responsabilità, le cose che lo riguardano ...l'intelligenza artificiale è la punta dell'iceberg di tutte le tecnologie.." - Éric Sadin
Una esistenza umana tamagotchi
Una riflessione sulle intelligenze artificiali. La vita reale non è quella raccontata. Parole, descrizioni, testi, segni e immagini prodotti dalle IA non configurano la realtà, sono limitate alla componente simbolica. Mancano il vissuto, la materialità, l’esperienza dentro il racconto, manca la soggettività.
I pappagalli sono (salvo eccezioni) maschi
La diffusione delle intelligenze artificiali generative suggerisce una riflessione critica sulla tendenza emergente a usare dati e informazioni raccolti in Internet e usati per la generazione di visioni globali che alimentano i modelli delle IA, senza prestare attenzione ai pregiudizi che questi dati e informazioni si portano appresso. Uno degli effetti, a cui molti ricercatori e tecno-scienziati non sembrano prestare attenzione è che questi pregiudizi siano automatizzati, deliberatamente manipolati per amplificare e comunicare punti di vista e visioni della realtà egemoniche.