A contracorriente La prestamista

A contracorriente, la historia tantas veces escuchada, revivida y así narrada. En tiempos de frenéticos preparativos de guerras a mayor escala, se articula un contrapunto a las maquinaciones y designios de los poderosos, perfectamente en sintonía con los sentimientos y las necesidades de la gente común.

Pensare il tempo

C'è un momento, nella giornata di ogni sviluppatore, project manager o consulente, in cui si ferma davanti al monitor e si chiede: "Quanto tempo ci vorrà davvero per completare questo task?" È un istante di vulnerabilità professionale, dove l'esperienza incontra l'incertezza, dove la metodologia si scontra con la realtà imprevedibile del lavoro umano. Quei numeri che abbiamo imparato a chiamare "story points" promettono di risolvere questo dilemma, di trasformare il caos della creatività in sequenze ordinate e prevedibili. Ma cosa accade quando la promessa non mantiene la realtà?

Oh, i giornalisti! Sull'orlo del giornalismo-non-giornalismo

Si assiste allo scivolamento dal 'giornalismo' al 'giornalismo-non-giornalismo'. Dal 'giornalismo' come esercizio critico indipendente, come servizio ai cittadini e antidoto alla propaganda, al 'giornalismo-non-giornalismo': usare l'essere giornalisti per fare qualcosa di diverso dal giornalismo: storytelling commerciale, consulenze, docenze, libri lontanissimi dall'essere saggi meditati, esibizioni televisive con bretelle in vista... L'informazione relativa all'Intelligenza Artificiale è il oggi campo privilegiato d'azione di 'giornalisti-non-giornalisti'. Cantano l'entusiasmo per la rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo. Naturalmente sostengono di non dimenticare i lati oscuri dell'AI. Ma ciò che veramente sembra interessare loro è il business dell'AI, l'AI come business.

Oltre il controllo

Un saggio critico che ripensa il project management alla luce delle trasformazioni della conoscenza, integrando approcci filosofici, epistemologie non occidentali e nuove pratiche organizzative.

The death of the ethical leadeship

The spectacular destruction of the Trump-Musk alliance is tearing away the final veneer of dignity from American leadership, exposing a grotesque theater of pathological narcissism that threatens the very foundations of democratic governance. This is not merely a political feud—it is the public autopsy of moral leadership in the modern era.

"IO" tra AI, design e controllo

Immagina di uscire di casa. Nessun telefono in mano, nessun auricolare nelle orecchie. Solo un oggetto sottile, ovale, appuntato alla camicia. Non ha schermo né vibrazione. Non emette suoni inutili. Ma sa che sei in ritardo, che hai dormito poco, che fra un'ora inizia una riunione e che fra dieci minuti pioverà. “Pioggia imminente sul tuo percorso. Vuoi un taxi?” chiede, con discrezione. Un cenno del capo basta: lui capisce. È come avere accanto qualcuno che conosce i tuoi ritmi meglio di te. Non invade, non interrompe. Ascolta. E agisce solo quando serve. Niente display, nessuna interfaccia da attivare. Solo parole necessarie, e con tono basso se ci sono altre persone.

Ma in che mondi viviamo?

Moltitudini di persone vivono oggi, personalmente, professionalmente e politicamente, allegre e contente dentro i molteplici universi paralleli (compreso quello fattuale) che la tecnologia ha regalato loro.

Estasi e angoscia: creatività, plagio, influenza, IA

“Tutta l’umanità è un solo volume. Quando un uomo muore, il suo capitolo non viene strappato dal libro ma tradotto in una lingua più bella, ed ogni capitolo deve essere tradotto in questo modo. Dio si avvale di diversi traduttori. Alcuni brani vengono tradotti dall'età, altri dalla malattia, alcuni dalla guerra, altri dalla giustizia, ma la mano di Dio raccoglierà di nuovo in volume i nostri fogli sparsi per la biblioteca  in cui ogni libro resterà aperto l’uno per l’altro.”

La mortalità delle civiltà. Una riflessione attraverso il pensiero filosofico orientale e arabo

Fulcenzio Odussomai scrive per attraversare, non per spiegare. I suoi testi sono appunti di viaggio dentro domande che non cercano risposte, ma percorsi. Questo è il primo di una serie. Fulcenzio Odussomai è un nome che cammina. Non firma per spiegare, ma per orientarsi scrivendo. Le sue parole nascono da una pratica riflessiva, a volte lenta, sempre esposta alla trasformazione. Ogni articolo nasce da appunti sparsi, raccolti come sassi su un sentiero. Questo è il primo passo di un itinerario aperto.

Borges e gli autori del Don Chisciotte: scrittura umana ai tempi delle macchine che forse scrivono

Borges, in un noto racconto, parla di Pierre Menard, un autore la cui opera consiste nel riscrivere parola per parola il 'Don Chisciotte' scritto da Cervantes. Riscrivere senza avere sottocchio ciò che aveva scritto Cervantes. Questa metafora ci guida nel ragionare sul modo in cui scriviamo noi umani, sul modo in cui scrivono oggi intelligenze artificiali.

Generatividad creativa: dejar frutos, no solo rastros

Nel suo viaggio per i mari di tutto il mondo la Stultiferanavis sta incontrando persone in diverse parti del mondo. Questa visibilità che genera curiosità produce anche cose strane e interessanti. Sulla Stultiferanavis può capitare che un testo pubblicato sia apprezzato per i cuoi contenuti e per la qualità della scrittura e, per questo, tradotto in un'altra lingua. E' quello che ha fatto l'autore di questo testo, traducendo in spagnolo un articolo scritto in italiano da Calogero (Kàlos) Bonasia-

Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!

Dopo secoli di previsioni fantascientifiche sulle macchine intelligenti capaci di sostituire gli umani in molte attività quotidiane, il momento della verità sembra essere vicino. L’automazione e l’evoluzione tecnologica hanno determinato una nuova rivoluzione delle macchine con effetti sul lavoro, sul benessere e la prosperità di tutti. [𝐀𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐧𝐞𝐥 𝟐𝟎𝟏𝟒]

La tecnologia affascina. Più affascinante è la questione del nostro destino (Marco Salucci)

L’abuso di qualunque tecnologia diventa dannoso. Chiaramente un incidente d’auto a 100 km/h avrà conseguenze più gravi che a 30 km/h. L’introduzione di ogni nuova tecnologia ha sempre suscitato profezie di sventure, da parte di alcuni: anni fa si discuteva della questione della dipendenza dalla televisione, oggi di quella da cellulare. Intendo dire: discussioni simili esistevano già prima della diffusione dei dispositivi informatici. Immaginiamo un musicofilo che stia sempre chiuso nel suo studio ad ascoltare melodrammi: lo stimolo culturale a cui si espone sarà certamente migliore di quello accessibile compulsando ossessivamente un telefono cellulare ma i suoi rapporti umani e il rapporto con la realtà saranno comunque patologici. Alla fine abbiamo due problemi non uno: quello delle relazioni umane surrogate e quello dei contenuti. E il problema del mezzo viene dopo questi.