TESTI
Qui Terra! Umani abbiamo un problema!
I primi ad averne contezza sono super-uomini, ricchissimi e in controllo del mondo, che da tempo stanno cercando delle vie per la loro sopravvivenza futura, chi costruendo bunker in Nuova Zelanda (si dice Zuckerberg, Thiel e altri), chi pianificando una migrazione su Marte (Musk ma non è il solo), resa oggi “appealing” dalla scoperta di mari sotterranei di acqua, non si sa ancora se potabile o salata.
L'Ombra che Portiamo: Fenomenologia dell'Accettazione tra Oriente e Occidente
In un mondo che tende sempre più alla polarizzazione, alla semplificazione, alla negazione della complessità, le sapienze convergenti ci insegnano una lezione fondamentale: l'arte di abitare la contraddizione, di danzare con l'ombra, di trovare nella fragilità la nostra più autentica forza.
No al colonialismo algoritmico
La lettura di alcuni post sugli LLM e le lA mi hanno ricordato un testo scritto nel 2024 dopo una serata passata in centro a Milano. Vi si parlava di cose diverse anche di colonizzazione, che oggi sperimentiamo politicamente, culturalmente e tecnologicamente. La colonizzazione vincente, a questo ho pensato leggendo i post, è quella dell'IA. Viene realizzata con narrazioni convincenti, acculturate, filosofiche, finalizzate a celebrare le meraviglie dell'IA e il loro progredire.
Architetture della leadership: dalla gestione del team all'intelligenza artificiale nella pianificazione strategica
La trasformazione paradigmatica della governance organizzativa contemporanea richiede una riconsiderazione radicale dei fondamenti epistemologici della leadership. Mentre le concezioni tradizionali si limitavano alla gestione interpersonale e al coordinamento operativo, l'emergere di sistemi computazionali avanzati e la crescente complessità dei contesti strategici esigono framework teorici più sofisticati. Il presente studio si propone di esplorare la sintesi dialettica tra competenze socio-cognitive umane e capacità di elaborazione artificiale, delineando un'architettura integrata per l'eccellenza direzionale. L'analisi procede attraverso l'esame delle dinamiche di leverage relazionale e operativo nella gestione dei team, per poi investigare l'integrazione dell'intelligenza artificiale nei processi di scenario planning strategico. Questa doppia prospettiva rivela come l'efficacia della leadership contemporanea non dipenda dalla padronanza isolata di competenze specifiche, ma dalla capacità di orchestrare ecosistemi cognitivi complessi che integrano intuizione umana e potenza computazionale. L'articolo contribuisce alla letteratura manageriale fornendo un framework epistemologico che riconosce la natura sistemica e informazionale dei processi decisionali organizzativi, superando le tradizionali demarcazioni disciplinari tra management, filosofia della tecnologia e teoria dei sistemi.
Ontologia sistemica e fenomenologia della qualità: epistemogenesi dell'integrazione PMO-PgMO nei sistemi informatici complessi
La gestione contemporanea dei progetti informatici presenta una paradossale complessità epistemologica: mentre le organizzazioni incrementano gli investimenti in metodologie avanzate, strumenti sofisticati e strutture organizzative specializzate, il tasso di fallimento progettuale persiste a livelli critici. L'analisi empirica rivela che il problema non risiede nell'insufficienza di competenze tecniche o nell'inadeguatezza delle risorse finanziarie, bensì nella comprensione superficiale di due elementi ontologici fondamentali: la natura sistemica della qualità nei sistemi informatici e l'architettura strategica delle strutture organizzative deputate alla governance progettuale. Il presente studio esamina come la qualità nei progetti informatici trascenda l'assenza di difetti per configurarsi quale proprietà emergente del sistema, analizzando parallelamente l'articolazione strategica del Project Management Office (PMO) e del Program Management Office (PgMO) nella generazione di valore organizzativo. L'integrazione di questi approcci genera un framework epistemologico per l'eccellenza progettuale che supera le tradizionali demarcazioni funzionali.
L'ombra che portiamo: un viaggio nella saggezza dell'accettazione
Esiste una parte di noi che preferiremmo ignorare: l'ombra dell'anima che custodisce dolori, paure e imperfezioni. Dalla psicologia di Jung alla filosofia di Nietzsche, dalle saggezze orientali al pensiero giapponese, tutte le grandi tradizioni convergono su una verità rivoluzionaria: questa ombra non è il nostro nemico, ma la chiave per una vita più autentica. Non si tratta di eliminare le parti oscure di noi stessi, ma di abbracciarle con compassione. Un viaggio attraverso la saggezza millenaria per scoprire che la completezza umana nasce dall'accettazione, non dalla perfezione.
La voce
Una riflessione sulla voce, primo strumento di contatto con l’Altro. La voce è suono prima ancora che parola, come parola può accarezzare o ferire, dare potere e valorizzare un pensiero. Senza la voce incarnata non si può comunicare la propria unicità, che sempre emerge da evidenze imponderabili che rivelano tratti della personalità di ognuno. La voce trasmette significati che vanno oltre le parole e il linguaggio, segnala la stretta relazione tra un dentro e un fuori. La voce, il suo uso in contesto e spazi sociali, è anche alla base della politica come ambiti plurali nei quali relazionarsi, socializzare e far politica. Nessuna piazza virtuale è in grado di sostituire l’esperienza della voce. Il prevalere della vista evidenzia come non mai il vuoto che si è creato in assenza di voce.
L'alba della produttività: quando tradizione e scienza si incontrano
Questo articolo esplora come la produttività mattutina nel lavoro da casa non sia solo una questione di organizzazione, ma tocchi qualcosa di molto più profondo nell'esperienza umana. L'alba ha davvero una qualità speciale che amplifica le nostre capacità mentali, e non lo diciamo solo noi: tradizioni spirituali di tutto il mondo - dai monasteri benedettini ai templi zen, dalla spiritualità islamica alle filosofie nordiche - lo hanno sempre saputo. Oggi la scienza conferma quello che monaci, mistici e saggi avevano intuito da millenni. Scopriremo come focus, efficienza, autocontrollo e equilibrio vita-lavoro trovino nelle prime ore del mattino la loro espressione più naturale, e perché lavorare alle cinque del mattino non solo è legittimo, ma può essere rivoluzionario.
Tecno-nichilismo artificiale intelligente
Uno spettro si aggira per l’Europa e ovunque, il nichilismo. Non è più solo umano, oggi è anche della macchina, che si è assunta il ruolo di aiutarci nel negare la realtà, preparandoci all’esilio poco intelligente da essa.
Il controllo delle performance progettuali: dall'Earned Value Management al superamento del knowing-doing gap
I progetti informatici contemporanei presentano livelli di complessità senza precedenti. La gestione di infrastrutture cloud, lo sviluppo di software distribuiti e l'integrazione di sistemi eterogenei richiedono metodologie avanzate per il controllo delle performance. Tuttavia, un paradosso emerge costantemente: molte organizzazioni falliscono nonostante dispongano di strumenti metodologici sofisticati e competenze tecniche elevate.
Conversazione con Carlo Rovelli
Una mia conversazione con Carlo Rovelli, fisico, saggista e divulgatore scientifico, un poeta. Laureato in Fisica all’Università di Bologna (dottorato all’Università di Padova) ha lavorato nelle Università di Roma e di Pittsburgh (USA), e per il Centro di Fisica teorica dell’Università del Mediterraneo di Marsiglia. Studioso di fama mondiale, fondatore della gravità quantistica a loop, e responsabile dell’Équipe de gravité quantique dell’Università di Aix-Marseille. Si è dedicato anche alla storia e alla filosofia della scienza con il libro Che cos'è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro (Mondadori Università, 2011). Tra gli altri suoi libri, Che cos'è il tempo? Che cos'è lo spazio? (Di Renzo Editore, 2010), La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose.
Ogni racconto è una pianta. Ogni progetto è una pianta. Aiutiamola a crescere senza imporre controllo. Cosa ci insegna Felisberto Hernández
Felisberto Hernández, uruguayano, pianista mancato, autore di racconti, ci invita a vivere fedeli a noi stessi. Ci invita a cercare il nostro modo di essere artisti. Ci insegna anche -tramite la metafora di una piccola pianta, di cui osserviamo la crescita- a lasciare che, per quanto possibile, le nostre narrazioni 'si scrivano da sole' e i nostri progetti si sviluppino liberi da un asfissiante controllo.
Autostima: la radice silenziosa della nostra crescita
Il punto di partenza più profondamente umano è proprio l'autostima. Credere in se stessi per crescere.
La censura del silenzio
Due mesi fa è stato pubblicato su un noto social americano un post a proposito del libro di Eva Illouz "Emozioni antidemocratiche. L'esempio di Israele". Una settimana dopo, l'account è stato bloccato dalla piattaforma senza alcuna motivazione. Non è più possibile accedere, non si possono recuperare le foto, i post, i contatti di una vita. Tutto cancellato per aver promosso un libro. Un libro scritto da una sociologa israeliana, cittadina dello stato di cui osava criticare le derive autoritarie.
L'ignoranza come sapienza: riflessioni sull'arte di non sapere nel governo dei progetti
Esiste un paradosso al cuore dell'esperienza manageriale contemporanea che merita una riflessione più profonda di quella che solitamente gli riserviamo. Osservo da anni, nelle sale riunioni e nei corridoi delle aziende dove si decidono le sorti dei progetti, un fenomeno curioso: più informazioni accumuliamo, più sembriamo perdere la capacità di comprendere. Più strumenti di misurazione raffiniamo, più ci allontaniamo dalla sostanza di ciò che dovremmo misurare. Non si tratta della banale osservazione che "troppa informazione confonde" — questa sarebbe una critica superficiale che non coglie la natura più sottile del fenomeno. Si tratta piuttosto di riconoscere che l'ignoranza, in molti contesti organizzativi, non è un accidente ma una costruzione deliberata, una forma di sapienza mascherata che permette al sistema di funzionare secondo logiche che altrimenti entrerebbero in crisi.
Dalla sinapsi alla roadmap: progettare e documentare in ambienti complessi
Perché serve pensare prima di pianificare Questo testo si rivolge a chi guida progetti in ambienti tecnologicamente avanzati e organizzativamente complessi: chief technology officer, portfolio e project manager, responsabili dell’innovazione, architetti del software, team lead. A coloro che non cercano solo strumenti, ma modi di pensare e strutturare il lavoro in maniera più intelligente, sostenibile, orientata al valore. In contesti dove il cambiamento è continuo e le risorse limitate, progettare significa prima di tutto mettere ordine nei significati. Temi come la documentazione, l’architettura modulare e la roadmap non sono semplici strumenti tecnici, ma dispositivi che rendono leggibili e negoziabili le intenzioni. Se affrontati con consapevolezza, diventano leve strategiche per generare coerenza, responsabilità e orientamento tra chi decide, chi costruisce e chi verifica.
L’università applaude l’inutilità dell’essere umano
La presenza fisica, la voce reale, il confronto autentico sono essenziali. L’università non può trasformarsi in un teatro virtuale dove la tecnologia prende il posto della persona, svuotando di significato l’intero percorso formativo.
I naviganti della STULTIFERANAVIS
Una iniziativa come la Stultiferanavis è un tentativo di dare risposte al malessere e all’infelicità diffusa, alla sparizione di senso, alla sensazione di non potere cambiare nulla.
Il business della solitudine
"Siamo oltre sette miliardi ma sempre più soli. Le tecnologie mobili e sociali e le applicazioni di social networking hanno moltiplicato i contatti tra le persone ma non sono ancora riuscite a sostituire la potenza di uno sguardo, la valenza di un gesto, il contatto faccia a faccia e le molte emozioni scatenate dai sensi e dagli affetti. Avvertiamo tutti le potenzialità delle nuove tecnologie ma anche il rischio di maggiore isolamento, del senso di solitudine e di nuove angosce. Argomenti affascinanti ma anche pieni di ambiguità che sollecitano riflessioni approfondite e producono opinioni antitetiche da analizzare." (Carlo Mazzucchelli, nel suo libro La solitudine del social netwroker). Il testo che segue fornisce spinti per una riflessione sulla solitudine e non solo del social networker
Alla ricerca della propria voce
Tutti bravi a scrivere post, me compreso, tutti bravi a costruire narrazioni online, ma forse non ci accorgiamo di essere diventati sempre più afoni, senza voce, senza qualcosa da dire, da raccontare.